Nel Parco della Chiusa vive un rarissimo anfibio, la salamandrina dagli occhiali, in una colonia protetta lungo il Rio Cocco. Questo animale molto bello è diventato (stilizzato) parte integrante del logo che contraddistingue il Parco della Chiusa, che dall'autunno scorso è stato interessato da un complesso progetto che va dalla costituzione di un'azienda biodinamica che gestisce l'intero territorio fino al restauro degli edifici storici. La salamandrina dagli occhiali prende il nome da un disegno chiaro a forma di V che ha sul capo, mentre il suo nome scientifico è Salamandrina terdigitata. Si tratta di un anfibio di piccole dimensioni (fra i 10 e i 15 cm), di colore scuro. E' però molto caratteristica la femmina che ha un ventre coloratissimo, maculato in diversi disegni di colore rosso, beige e nero. La grande particolarità della salamandrina è che è presente solo nell'Italia appenninica e in nessun altra parte del mondo, e proprio per questo l'Unione Zoologica Italiana l'ha scelta come suo simbolo. E' molto difficile da avvistare perché, a parte le piccole dimensioni, normalmente vive nel sottobosco. E' solo la femmina che, nei tre mesi del periodo riproduttivo, entra in acqua per deporre le uova, utilizzando le pozze lungo i rii. E' stata censita la popolazione del rio Cocco; consiste di 250 -300 femmine in riproduzione, le uniche possibili da avvistare. Se si tiene conto che bisogna aggiungere i maschi e le giovani femmine, si tratta di un buon numero. E' un dato incoraggiante, sintomo di una buona qualità dell'ambiente, elemento raro nell'ambito di un contesto quasi urbano come quello del Parco della Chiusa. Ma tutto questo ci deve aiutare per capire e fronteggiare i principali fattori che ne hanno ridotto la popolazione negli ultimi decenni. Fattori di degrado ambientale come i disboscamenti delle zone collinari, l'utilizzo delle acque per uso agricolo e il loro inquinamento a causa dei reflui urbani non depurati, infine l'abbandono di una corretta gestione e pulizia dei boschi.