Giardino storico
costituito dal parco seicentesco che circondava le ville nobiliari, è posto nella zona settentrionale del parco; l'accesso è costituito da un maestoso viale di Ippocastani che accompagnano il visitatore in un Bosco-Giardino dove sono presenti diversi grandi alberi notevoli per portamento e dimensioni. Tra le specie autoctone (o da lungo tempo naturalizzate) citiamo alcuni begli esemplari di Acero campestre, Bagolaro, Albero di Giuda e Orniello che qui si presenta con individui a portamento e dimensioni inusuali per questa specie (normalmente è poco più di un alberello).
Sono presenti anche diverse specie alloctone come la Gleditsia, la Ginko biloba diverse specie di Cedri (Cedro dell’Atlante, Cedro del Libano, Cedro dell’Himalaia) e l’Albero del Caffè di origine Nord Americana che qua e là spontaneizza. Nel giardino all'inglese, posto poco più a Sud, si trovano esemplari notevoli di Acero opalo, Carpino bianco, Tiglio americano, Frassino maggiore, Bagolaro americano, Ciliegio, alcuni Pini dell’Himalaia e un grosso individuo di Thuia. Qui ampi prati si alternano a formazioni boschive a maggiore naturalità dove sono presenti e abbondanti la Roverella, il Carpino nero, l’Orniello, e l’Acero campestre; in posizioni più fresche si trova anche il Maggiociondolo. Nel sottobosco sono particolarmente abbondanti il Pungitopo, il Ciclamino (splendide le fioriture tardo estive e all’inizio dell’autunno), diverse specie di Viole e il Piè di Gallo che si presenta in colonie particolarmente ricche (vistosissime fioriture gialle già alla fine di Gennaio).
Interessanti due begli esemplari di Tasso (Taxus baccata) cresciuti probabilmente spontanei sopra il muro storico in ciotoli che costeggia la parte bassa di V. Panoramica; il Tasso è specie protetta dalla LR. 2\77.

Bosco golenale
situato lungo il fiume e nella zona di espansione fluviale in occasione delle piene del Reno (nel dicembre 2008 quest’area è andata sott’acqua per circa 15 gg con oltre 2 m d’acqua nei momenti di massima piena); il Bosco è costituito in prevalenza da Pioppo bianco (alcuni esemplari sfiorano i 30 m di altezza), Pioppo nero, Ontano nero e varie specie di Salici più abbondanti nella fascia prossima all’acqua (la specie più rappresentata è il Salice bianco); nelle posizioni leggermente più elevate e asciutte, si trovano ben rappresentati l’Acero campestre, l’Olmo, la Farnia, il Frassino meridionale e il Sambuco nero più abbondante dove il suolo è ricco di sostanza organica; il sottobosco è scarso sia per la ridotta luminosità che per i periodici allagamenti dovuti alle piene del Reno; tra le piante del sottobosco citiamo Carex pendula, Rubus caesius e Brachypodium sylvaticum.

Area agricola
nella parte centrale del parco si estende una zona dalla morfologia più dolce, occupata, nel recente passato, da seminativi, seminativi erborati (piantate) e da vigneti; in seguito all’abbandono delle attività agricole, queste aree venivano più o meno regolarmente sfalciate sino al 2007.
I campi sono separati da larghe siepi alberate e cespugliate, residuo di antiche suddivisioni poderali, con Roverelle, Aceri, Olmi, Biancospini, Perastri, Ciavardelli (più rari); nei fossi si trova il Salice da Vimini utilizzato per la legatura delle viti e per altri lavori di campagna; lungo le cavedagne vi sono filari di Ciliegio, alberi di Noce e scarni filari di vite; qua e là sono presenti diversi ruderi di case coloniche. Il tutto costituisce una testimonianza importante e interessante di quello che era il paesaggio agrario della collina Bolognese fino a non molti anni fa.

Zona dei calanchi e degli affioramenti gessosi
nella parte meridionale del parco la morfologia si fa più accidentata e assume le tipiche forme di erosione dei calanchi argillosi; in questa zona la vegetazione è scarsa e prevalentemente arbustiva, concentrata nei compluvi; poco più a nord, il rilievo si addolcisce improvvisamente nella zona dove affiora la vena gessosa, con rocce luccicanti di selenite: la vegetazione è
prevalentemente arbustiva, con prevalenza di Rosa canina, Ginestra, Biancospino, Rovo, Perastro, Prugnolo; prevalgono le specie termofile ed eliofile, riproponendosi qui, in chiave
minore, il fenomeno che avviene sui gessi bolognesi, dove la presenza di ampi affioramenti gessosi crea condizioni microclimatiche particolari con diminuzione della frequenza e dell’intensità delle giornate di “ghiaccio” rispetto alle aree circostanti; tali condizioni favoriscono, anche qui al Talon, lo sviluppo di piante termofile quali il Cisto femmina (Cistus salvifolius), specie stenomediterranea decisamente rara in provincia di Bologna e rarissima sulle colline emiliane a Ovest della valle del Reno; nel parco il Cisto è presente con pochi e localizzati esemplari in corrispondenza di un banco arenaceo immerso nelle argille.
In zona è anche presente Phillyrea latifoglia, specie mediterranea con portamento arbustivo o arboreo (piccolo alberello), piuttosto rara e localizzata in Provincia di Bologna. Nella zona dei calanchi il manto vegetale si presenta talora discontinuo e soggetto ad un certo dinamismo determinato proprio dai fenomeni erosivi più o meno intensi a seconda della pendenza dei versanti e dei periodi dell’anno.In quest’area sono state rilevate alcune orchidee protette dalla L.R. 2\77.
E’ questa una delle aree del parco di maggiore interesse naturalistico per i suoi aspetti geologici, geomorfologici, botanici e anche faunistici.

Il Parco della Chusa si trova sulla direttrice direttrice che collega i "Gessi di Zola Predosa" ed i "Gessi Bolognesi" e rientra nel territorio iscritto nella lista del Patrimonio dell'Unesco per la presenza del fenomeno del carsismo nelle evaporiti e grotte dell'appennino settentrionale, nei pressi della Ca'Bianca sono visibili affioramenti di gesso.

Bosco misto a prevalenza di Roverella
il colle che sovrasta la villa Talon è costituito da un bosco misto mesotermofilo, parte integrante della formazione boschiva che si estende lungo tutto il versante collinare arrivando fino al colle della Guardia che sovrasta Bologna; è senz'altro la zona più interessante da un punto di vista forestale.
Il bosco si presenta in gran parte ad alto fusto, con struttura pluristratificata; il piano superiore è composto quasi esclusivamente dalla Roverella. Da notare che, al momento, la rinnovazione della Roverella è piuttosto scarsa ed in ogni caso difficilmente supera lo stadio di semenzale. Potrebbe essere interessante effettuare studi per comprendere le ragioni di questa situazione.
In alcune zone il governo ad alto fusto lascia il posto al ceduo, non più oggetto di utilizzazioni dall'ultimo dopoguerra; tale forma di governo è predominante nel resto della formazione boscata posta fuori dai confini amministrativi del Parco, su terreni di proprietà privata, tuttora soggetti a saltuaria utilizzazione.
Nelle zone marginali, in prossimità dei campi coltivati, del Giardino Storico e della viabilità,
si ritrovano esemplari di Robinia, Ippocastano, Acero negundo e alcuni Cedri. Nel bosco a maggiore naturalità, la composizione del soprassuolo vede la prevalenza della Roverella (Quercus pubescens), con Aceri (Acer campestre, A. opalus, A. monspessulanum, quest’ultimo generalmente al margine del bosco in posizioni più calde), Orniello (Fraxinus ornus), Carpino nero (Ostrya carpinifolia) e, in minor misura, Ciavardello (Sorbus torminalis); fra le piante a ridotto sviluppo o a portamento arbustivo, si segnalano il Corniolo (Cornus mas), l'Albero di Giuda (Cercis siliquastrum), l'Alaterno (Rhamnus alaternus) e il Maggiociondolo (Laburnum anagyroides) nelle zone più fresche.
Il sottobosco è ricco di specie, molte delle quali incluse nell’elenco della flora regionale protetta (L.R. 2/1977 dell’Emilia-Romagna), fra le quali Scilla bifolia, Lilium martagon (probabilmete estinto localmente), Daphne laueola e alcune orchidee tra cui Orchis purpurea relativamente frequente. Da segnalare anche la presenza di Anemone ranuncoloides, propria della faggeta e che si trova piuttosto localizzata a quote collinari.
Nei rilievi fitosociologici di questa tipologia vegetazionale, rientrano spesso Melica uniflora, Pulmonaria apennina (erroneamente indicata come P. officinalis), Chelidonium majus; Ruscus aculeatus (Pungitopo) ed Hedera helix (Edera).