L’antico sentiero dei Bregoli che ancora oggi dalla Chiesa di San Martino, all’ingresso del Parco dalla Chiusa, sale fino al crinale del colle della Guardia attraversando un bosco mesofilo in via di rinaturalizzazione, era già esistente nel medioevo, e collegava la via Claudia Petrosa e la Flaminia militare permettendo di evitare di passare per il centro di Bologna andando da Modena a Fiesole (Fi).

La sua importanza fu tale che tra il 1860-1867 fu reso carrabile. Il nome Bregoli fu ufficializzato nel 1870 e nel 1926 fu costruita lungo il sentiero la via crucis le cui edicole sono ancora ben conservate. Il sentiero è oggi pedonale e classificato come sentiero C.A.I. 112/A, è lungo circa 1,7 chilometri e alterna pendenze moderate a un tratto a strapiombo sulla stretta valletta del Rio della Cocca (Rio della Pizzacchera). Il sentiero è parte della Via Degli Dei (link al sito) che congiunge Piazza Maggiore a Bologna con Piazza della Signoria a Firenze.

Bosco misto a prevalenza di roverella (Quercus pubescens Willd.) 

Localizzato alle spalle di Villa Talon sul versante che sale verso il santuario della Madonna di San Luca, è un bosco misto di latifoglie con struttura stratificata e irregolare. Il piano superiore ha altezza compresa tra 15 e 20 m ed è a dominanza di roverella (Quercus pubescens Willd.).

Nella porzione prossima alla villa il piano superiore si arricchisce anche di entità alloctone, come i cedri, e di poche piante di cerro (Quercus cerris L.).

Il piano intermedio è formato da aceri (Acer campestre L., Acer monspessulanum L. ed Acer opalus Mill.), orniello (Fraxinus ornus L.), carpino nero (Ostrya carpinifolia Scop.), olmo campestre (Ulmus minor Mill.). In prossimità del Rio delle due Muraglie sono presenti anche carpino bianco (Carpinus betulus L.), bagolari (Celtis sp.) e tigli (Tilia sp.).

Piante di acero opalo, tiglio, bagolaro e ailanto partecipano anche alla formazione del piano superiore. Nel piano inferiore è presente la rinnovazione di aceri, orniello, carpino nero, bagolaro, ailanto, robinia, poca roverella e molti arbusti o piccoli alberi quali: albero di Giuda (Cercis siliquastrum L.), maggiociondolo (Laburnum anagyroides Medik.), biancospini (Crataegus sp.pl.), lantana (Viburnum lantana L.), cornioli (Cornus sanguinea L., Cornus mas L.), alaterno (Rhamnus alaternus L.), nocciolo (Corylus avellana L.), prugnolo (Prunus spinosa L.), ligustro (Ligustrum vulgare L.), rose (Rosa sp.pl.), lentaggine (Viburnum tinus L.), alloro (Laurus nobilis L.) e le lonicere (Lonicera xylosteum L., L. etrusca Santi).

Il sottobosco è ricco di rinnovazione di specie arbustive ed arboree. Molte sono anche le entità erbacee, le più diffuse: Ruscus aculeatus L., Asparagus acutifolius L., Dioscorea communis (L.) Caddick & Wilkin, Viola alba Besser, Melica uniflora Retz., Helleborus sp., Hedera helix L., Clematis vitalba L., Melittis melissophyllum L., Vinca minor L., Mercurialis perennis L., Anemone nemorosa L., Buglossoides purpurocaerulea (L.) I.M. Johnst. Thore, Cruciata glabra (L.) Opiz., Daphne laureola L., Inula conyzae (Griess.) Meikle, Vincetoxicum hirundinaria Medik., Lonicera caprifolium L.

Note:
Ai margini delle formazioni boschive è spesso presente un mantello arbustivo caratterizzato da rovi (Rubus sp.pl.), sambuco nero (Sambucus nigra L.), sanguinello (Cornus sanguinea L.), biancospino (Crataegus monogyna Jacq.), prugnolo (Prunus spinosa L.), rosa canina (Rosa canina L.) e di liane: luppolo (Humulus lupulus L.), vite e vitalba (Clematis vitalba L.) per ricordare le più frequenti e/o abbondanti.
(dalla Relazione definitiva – 15 Marzo 2017 Dip. BiGeA – Università di Bologna, Prof. Alessandro Chiarucci, Dott.sa Chiara Lelli)

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