La scaletta collega la parte di parco sita a metà pendio (via Panoramica Bassa) con l’area pianeggiante stretta tra l’area golenale e il primo pendio. Questa zona è stata, negli anni ottanta, sede del recinto dei cervi, poi sede dell’area Barbeque, rimossi agli inizi degli anni duemila per ragioni di ordine pubblico.
Sia il prato a monte della scaletta che quello a valle rientrano nelle aree identificate (Relazione definitiva – 15 Marzo 2017 Dip. BiGeA – Università di Bologna, Prof. Alessandro Chiarucci, Dot.sa Chiara Lelli) come “Aree a parco - Giardino storico e prati” sono ad intensa frequentazione e quindi soggette a una manutenzione intensiva (8 sfalci del prato all’anno) rispetto alle circostanti aree prative golenali. Le aree limitrofe sono identificate come “Pioppeta d’impianto in fase di successione naturale”, (la parte a ridosso dell’asta del fiume), e come “Boschi misti con robinia, nuclei e piante singole di roverella e piante agrarie” (le aree più prossime al pendio). Queste due aree sono a gestione naturalistica passiva e non si prevedono interventi che vincolino le tendenze di sviluppo della vegetazione.

Aree a parco - Giardino storico e prati
Oltre al Giardino storico, rientrano in questa categoria anche i prati (aree ricreative disposte lungo la Strada Panoramica o sui terrazzi più recenti del Fiume Reno) ad elevata fruizione. Queste aree aperte includono anche piante arboree. Le specie piantate sono per lo più diverse da quelle del parco storico anche se di questo è stato ripresa la disposizione con piante singole o a gruppi. Gli alberi sono più giovani e le specie utilizzate sono: frassini (Fraxinus angustifolia subsp. oxycarpa (Willd.) Franco & Rocha Afonso), tigli, aceri (Acer pseudoplatanus L., Acer platanoides L.), farnia (Quercus robur L.), olmi (Ulmus pumila L., Ulmus levis Pall.) e bagolari (Celtis australis L., Celtis occidentalis L.).
Quest’area rientra nella Zona a funzione ricreativa

Pioppeta d’impianto in fase di successione naturale
Localizzata sui terrazzi dei depositi fluviali recenti. Si tratta di una fustaia biplana. Il piano superiore è formato da piante imponenti e a fine ciclo vegetativo (stramature) di pioppo bianco alte fino a 40 metri e con diametri a petto d’uomo di oltre un metro. I pioppi, sebbene di probabile origine antropica, sono distribuiti in modo irregolare a seguito dei numerosi crolli e stroncamenti ai quali sono andati incontro nel corso del tempo. Si ha presenza continuativa di un soprassuolo sviluppato per oltre 80 anni come testimoniato dalle foto aeree storiche. Il piano superiore è quindi irregolare per una distribuzione spesso a gruppi degli alberi di pioppo residui e complessivamente è rado con un coefficiente di copertura compreso tra 0,5 e 0,6. Il piano intermedio è costituito da rinnovazione di olmo e acero campestre, bagolaro, robinia, acero americano (Acer negundo L.) e, raro, frassino meridionale. Lo strato intermedio raggiunge, dove il piano superiore è assente, anche i 20 metri di altezza. La componente arbustiva è a densità variabile ed è formata prevalentemente da rovi, prugnolo, sambuco, fusaggine e, localizzato nelle aree più aperte, falso indaco (Amorpha fruticosa L.). Lo strato erbaceo è generalmente denso e formato da specie igrofile e nitrofile già descritte per i boschetti di specie ornamentali (A2b) oltre a Carex pendula Huds., Ajuga reptans L., Urtica dioica L., Circaea lutetiana L. e Parietaria officinalis L. Molte delle piante di pioppo ancora in piedi sono deperienti con chioma parzialmente secca talvolta morte o ridotte al solo fusto privo di rami (moncone). Frequentemente sono visibili carpofori di Fomes fomentarius che colonizzano il fusto di piante con vigore vegetativo compromesso. Lungo il Fiume Reno sono presenti anche piante di salice bianco (Salix alba L.) e salici arbustivi (Salix purpurea L., Salix eleagnos Scop.).

Boschi misti con robinia, nuclei e piante singole di roverella e piante agrarie
Costituiscono la trasformazione di boschetti o filari di roverella utilizzati per la produzione della ghianda nell’allevamento del bestiame domestico. Si tratta di boschi già presenti nelle immagini aree del 1933 e 1954 che si sono estesi e chiusi per invasione principalmente di robinia, ciliegio, ailanto, pioppo bianco. Abbondanti sono anche gli arbusti mesofili già più volte descritti e che concorrono a formare un piano basso impenetrabile. Si tratta di soprassuoli molto eterogenei per composizione, densità e struttura. Sono abbondanti le specie lianose finora descritte. Laltezza del piano superiore localmente può raggiungere e superare i 24 metri, altrove può attestarsi sotto i 20 metri.
(dalla Relazione definitiva – 15 Marzo 2017 Dip. BiGeA – Università di Bologna, Prof. Alessandro Chiarucci, Dot.sa Chiara Lelli)