La Chiusa di Casalecchio è un'imponente opera idraulica posta al termine del corso naturale del fiume Reno realizzata a metà del XIV secolo. Il manufatto giunto in buono stato di conservazione ed attivo fino ai giorni nostri è il frutto dell'intuizione dei bolognesi di quel tempo che trovandosi a vivere ed operare in un territorio privo di acqua pensavano di dotarsi artificialmente di quella risorsa che la natura non aveva messo loro a disposizione. A dire il vero, notizie di un primo sbarramento a Casalecchio si hanno già da prima dell'anno mille, ma si trattava di manufatti più semplici che il fiume ogni anno, con le piene, rovinava e atti a servire una porzione modesta del territorio.
La realizzazione della attuale Chiusa e la conseguente escavazione di un canale che portava acqua in città permise ai bolognesi di sviluppare una società industriale dedicata per lo più alle attività economiche tralasciando le mire espansionistiche che caratterizzarono i liberi Comuni in quell'epoca storica.

Valore simbolico ieri e oggi
L'acqua è il più importante elemento necessario affinché a ognuno sia assicurato il diritto umano universale "a un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia" (articolo 25, Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo).

La Chiusa sul Reno, il più antico "monumento idraulico" d'Europa, è un simbolo silenzioso, opera dell'uomo che nei secoli ha svolto e svolge una funzione di promozione in favore di una cultura della laboriosità e di pace nella nostra comunità.
Tra la fine del 1100 e l'inizio del 1200, la realizzazione del primo manufatto della Chiusa coincide con lo sviluppo del complesso sistema di approvvigionamento idrico di cui era dotata la città di Bologna, mediante una rete di canali tra le più avanzate in Europa che serviva ad alimentare numerosi mulini per la fiorentissima industria tessile serica e per il trasporto di merci. Proprio a Casalecchio, sul Canale di Reno nel quartiere Croce, nasce e si sviluppa tra la seconda metà del 1800 e gli anni '30 del 1900 il "Linificio-Canapificio Nazionale", la cosiddetta "Filanda" o "Canonica". Crescita economica, sociale, demografica sono strettamente legate e tutte dipendono in quel momento dall'acqua.
Acqua che diventa quindi anche simbolo di pace: la diffusione di una migliore qualità di vita aiuta la coesione della comunità. Allora come oggi.

Alla fine del 2010 la Chiusa di Casalecchio di Reno è stata inserita nella lista del programma UNESCO 2000-2010 dei Patrimoni Messaggeri di una Cultura di Pace a favore dei Giovani. 

Approfondimenti sulla Chiusa di Casalecchio di Reno:

Storia della Chiusa di Casalecchio di Reno curata da Luigi Chierici e pubblicata, a puntate, anche nel periodico del Comune Casalecchio Notizie - sezione storia locale - a partire dall'ultimo numero del 2002 - fino al penultimo numero del 2004 

La Chiusa fra '800 e '900 - Consorzoio della Chiusa e del Canale di Reno

Il Canale di Reno
Oltre ad alimentare conserve d’acqua, tintorie, peschiere, maceri, cartiere, concerie, canapifici e altre eterogenee lavorazioni, le acque del canale di Reno, derivate a Casalecchio, azionavano diversi ordegni come filande, gualchiere, mulini, macine, magli, mangani, trafile e segherie.

Pur con scopi diversi da quelli per cui furono realizzati, la Chiusa di Casalecchio e il Canale di Reno, attualmente usato come scolmatore delle acque reflue di Bologna e per usi irrigui nella bassa pianura bolognese, sono tuttora in attività e uno dei più antichi consorzi d’Italia, costituito nella seconda metà del XVI secolo, cura il loro funzionamento e le manutenzioni.
Le origini di questi manufatti sono antichi. Secondo un documento ottocentesco, verosimilmente già nell’XI secolo l’alveo del fiume Reno era sbarrato a Casalecchio con una traversa lignea da cui derivava acqua un canale che giungeva fino a Bologna e alimentava anche un canale navigabile. Ma le prime notizie documentate riguardano alcuni cittadini– detti Ramisani –, che nel 1191 realizzarono una pescaia o steccaia,una sorta di palizzata lignea attraverso il corso fluviale renano, e da questa scavarono un canale fino a Bologna per il funzionamento di alcuni mulini in città. Successivamente all’accordo con i Ramisani, risalente al 1208, il Comune di Bologna fece edificare una nuova chiusa e un nuovo canale introdotto in città alla Grada(nell’attuale viale Vicini).... leggi di più